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SULLA CROCE

Immagine del redattore: Claudio FotiClaudio Foti

A proposito della gogna mediatica che si è scatenata contro di me e contro gli altri imputati del processo, nato dall’inchiesta “Angeli e Demoni”, Luca Bauccio ricorre a

questo parallelo nel suo libro “Il lupo di Bibbiano. Il processo allo psicoterapeuta Claudio Foti, la gogna, l’assoluzione. La leggenda che ha sconvolto l’Italia.”

Bauccio sa applicare lucidamente la teoria dell’antropologo francese René Girard (Il capro espiatorio, edizione Adelphi, 1982) al caso Bibbiano.


“Sulla croce non muoiono solo i ladroni, sulla croce muore anche l’innocente. Quando il linciaggio è unanime, quando la folla ha una voce unica e nega a se stessa dubbi e ripensamenti, è prudente diffidare: sotto il frastuono c’è forse un inganno o un autoinganno.

Liberarsi dal male attraverso la sua dislocazione in un corpo, in una storia che fa da catalizzatore, compromettere il destino di un altro serve a salvare l’umanità dal proprio altrimenti inesorabile e rovinoso. Neppure i ladroni hanno dubbi sulla sorte che merita il loro compagno sulla croce. Sebbene pure loro in croce, alla folla che urla A morte! A morte! rispondono unendosi al grido unanime. Anche loro stanno dalla parte dell’espiazione liberatrice, anche loro chiedono il sacrificio del capro espiatorio. Anche loro sperano di salvarsi attraverso la morte dell’innocente”. (pag. 34)

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