SIE editore, MONCALIERI, 2011
Questa pubblicazione raccoglie diversi testi che affrontano e analizzano il tema valutazione psicologico-forense della presunta vittima di abuso, affermando che i principi dell’ascolto e del rispetto del bambino devono conservare la propria validità anche e maggior ragione nelle aule di giustizia, dove il bambino entra suo malgrado con una rilevante vissuto di confusione, giocando per così dire “fuori casa”, con scarse informazioni e con forti emozioni di ansia e paura.
L’ascolto e la comprensione del bambino rimangono non di rado i grandi assenti contesto giudiziario. La preoccupazione doverosa per la sua giustizia e per sue regole rischia di mettere in secondo piano la preoccupazione per la salute del bambino. Occorre proteggere il minore dai rischi di una vittimizzazione secondaria nelle aule del tribunale, occorre garantire il rispetto dei bisogni della persona del bambino, affinché possa svolgere nel migliore dei modi il ruolo di piccolo testimone. .
Secondo i principi dell’intelligenza emotiva tutti i sentimenti di un bambino sono legittimi anche e soprattutto quelli di disagio, di impotenza, di ansia. I sentimenti di un bambino che viene coinvolto nel circuito giudiziario meritano di essere tenuti in considerazione. Solo così egli potrà contribuire con una capacità di comunicazione efficace all’esigenza del processo giudiziario di acquisire conoscenze attraverso il suo ascolto. Un bambino spaventato non può comunicare il proprio punto di vista, non può trasmettere adeguate informazioni.
La rassegna dei testi presentati in questa dispensa vuole offrire un’occasione di riflessione sul ruolo e la funzione svolta dallo psicologo forense che dovrebbe approcciare il minore attraverso una modalità empatica. Restando se stesso e rispettando il proprio ruolo specifico che il contesto giudiziario gli chiede.
Modalità emopatica non vuol dire assolutamente modalità suggestiva. Lo psicologo
può imparare a mettere a proprio agio il minore, esplorando il suo funzionamento psichico, i contenuti della sua testimonianza, il suo stato emotivo con attenzione, delicatezza e rigore professionale, armonizzando cosi la sua funzione di clinico con la specificità e le peculiarità del suo ruolo forense.
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