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ANGHINOLFI NON ERA UNA STREGA

Immagine del redattore: Claudio FotiClaudio Foti

Cominciano a venir fuori in modo consistente all’interno del dibattimento nel processo in corso a Reggio Emilia un’immagine di Federica Anghinolfi, ex responsabile del Servizio della Val d’Enza, ben diversa da quella che è stata delineata nell’inchiesta giudiziaria “Angeli e Demoni” e opposta all’immagine demonizzata di strega circolata sui media: emergono le capacità professionali dell’Anghinolfi , l’impegno sul lavoro, la fiducia nei valori del servizio sociale, la sensibilità nei confronti della sofferenza di bambini e adulti.

Sono comparsi il 9 gennaio ’25 riscontri convergenti nella stampa che segue il processo dell’interrogatorio del prof. Gianni Garena, docente all’Università del Piemonte orientale e autore di una relazione sui servizi sociali della Val d’Enza.


Gazzetta di Reggio: “I servizi sociali agivano nell’interesse del minore”. Ascoltato in aula il professore universitario Garena”

Il Resto del Carlino: “Affidi, un consulente della difesa. Anghinolfi fu valutata con voti alti. In aula un giudice onorario Giovanni Garena.

Il Dubbio: “Il consulente: «I servizi? Seguivano le buone prassi. E Anghinolfi aveva valutazioni altissime»”. https://www.ildubbio.news/giustizia/bibbiano-il-consulente-i-servizi-seguivano-le-buone-prassi-e-anghinolfi-aveva-valutazioni-altissime-wcbvv2pu


Un punto importante è stato sottolineato da Garena: le relazioni degli assistenti sociali sono valutazioni di professionisti di fronte a casistiche complesse e dinamiche. Non sono paragonabili a un “verbale” in senso stretto, e gli stessi operatori non sono assimilabili alla polizia giudiziaria. Il lavoro degli assistenti sociali si basa su una valutazione complessiva della situazione familiare che tiene conto non solo degli aspetti materiali, come l’ordine e la pulizia, ma soprattutto del benessere del minore all’interno della famiglia e dei possibili danni evolutivi che pendono su di lui.

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